Tu chiamale se vuoi emozioni
(L. Battisti)
Quante emozioni in questa
nostra prima domenica; convivialità, lutto, gioia… tutte queste in poche ore e
in pochi metri. Il pasto di mezzogiorno è passato decisamente in maniera veloce,
poiché eravamo ospiti di una famiglia locale, che è stata generosa e
accogliente. Hanno deliziato i nostri palati con favolosi piatti tipici e la
classica abbondanza araba. Ci ha entusiasmato lo stile del pranzo basato
sull’uso di mani, dita, e la superflua presenza del cucchiaio. Qui dove
l’essere accoglienti è spontaneo abbiamo potuto ascoltare la storia di una
famiglia e come questa viva la situazione politica palestinese.
Nel pomeriggio c’è stato molto movimento nell’area parrocchiale, infatti a distanza di qualche ora sono stati celebrati un funerale e un matrimonio a cui abbiamo potuto assistere con curiosità in parte condividendo i sentimenti delle persone.
È stato così possibile
osservare con stupore quanto le tradizioni e le usanze palestinesi siano
diverse dalle nostre.
Per quanto riguarda i
funerali la gente del posto usa fare una processione dalla casa del defunto
fino alla chiesa, in un tripudio di canti, lamenti e pianti; gli uomini al
seguito del sacerdote guidano la colonna, portando la bara sulle spalle; infine
le donne camminano dietro di loro, piangendo in coda alla processione.
Il matrimonio ci ha colpito
perché il rito non viene celebrato all’interno di una messa. L’ora di inizio è
a discrezione della sposa (un po’ come in Italia d’altronde).Il viso della
bella (perché tutte le spose sono belle) è celato da un velo. I due si
incontrano fuori dalla chiesa, non all’altare, quando lei esce dalla macchina e
lo sposo le si avvicina, solleva il pizzo che la ricopre e con gentilezza le dà
un tenero bacio sulla fronte.
I due poi entrano e in prossimità della porta tagliano un fiocco bianco, e così ha inizio la celebrazione.
Al termine non si usa
lanciare riso, ma all’uscita gli sposi restano nella piazza della chiesa per i
saluti e le foto con tutti i presenti. Dopo questo momento iniziano i
festeggiamenti.
Al di là della celebrazione e
degli sposi, abbiamo notato che le invitate amano vestire con colori accesi e
brillanti.
Dopo tutti questi avvenimenti abbiamo passato le ore del crepuscolo in compagnia dei giovani del Paese. È abitudine, infatti, per loro, ritrovarsi in questo luogo, la piazza della Chiesa, che è il punto principale di incontro. La gioventù palestinese ci ha allietato con canti e racconti, e ormai i problemi di comunicazione sono ormai dimenticati: la lingua delle emozioni è la stessa per tutti!
Ma assalam!
I vostri cantieristi
spiazzati
e le foto ???
RispondiEliminaho visto le foto ! belle ! complimenti al fotografo ! ciao e buona notte !
RispondiEliminala foto della sposa e' un capolavoro, drammaticamente stupenda, colori e contrasti la rendono morbida e accativante, vien voglia di scoprirlo noi il velo, per meglio vedere, BRAVO emozionante ritratto.
RispondiEliminaCiao Andreaaaaaaaa.
RispondiEliminaFinalmente FORSE, ho capito come caspita scriverti. Stai facendo delle foto e dei resoconti fantastici. tieni nel cuore tutto quello che vivi e poi raccontalo a più persone possibili. Adesso sei ombelico del mondo ma è bello esserlo ancora.
Ciao figo e complimenti per le compagne cantieriste........segnati il cell.....
ciaoooooo da Claudiano Zani.